Visto l’evolversi dell’attuale situazione relativa al diffondersi del coronavirus e le nuove disposizioni in vigore, precisiamo quanto segue.

A norma dell’art. 27 del CCNL Domestici, la famiglia è responsabile dell’ambiente in cui lavora una colf o una badante. Dunque, con l’emergenza coronavirus in corso, ora è anche obbligata ad informare il collaboratore domestico sui rischi che si corrono.

Se da una parte prolifera lo smart-working, per i lavoratori domestici questa opzione non esiste: non è possibile pulire una stanza o accudire un anziano via Internet.
In tale situazione di emergenza si pongono soprattutto due problemi. Il primo, che colf o badanti non vogliano presentarsi al lavoro per evitare dei contatti diretti con altre persone. Il secondo, l’esatto contrario: è  la famiglia ad avere paura di un possibile contagio dal collaboratore domestico, magari appena rientrato da una zona a rischio. Tale situazione è ancor più pesante se la badante deve assistere una persona anziana e malata, quindi più soggetta al contagio.

Cosa si deve o cosa si può fare con colf e badanti in questa situazione?

Sospensione di lavoro extra feriale

Il datore di lavoro può avvalersi della sospensione di lavoro extra feriale, disciplinata dal contratto nazionale di categoria (art. 19). L’accordo sindacale, infatti, stabilisce che per esigenze del datore di lavoro si può decidere una sospensione del lavoro per un determinato periodo di tempo, fermo restando il pagamento della retribuzione. Tale sospensione, ad esempio, potrebbe avere la classica durata della quarantena di due settimane. Per il collaboratore domestico si presenta come un periodo di astensione dal lavoro pagato dalla famiglia senza alcuno scarico delle ferie maturate.

Ferie/aspettativa

Nel caso in cui, invece, il datore non avverte una situazione di rischio ma la colf (o la badante) decide di assentarsi comunque dal lavoro per paura, è possibile per lei ricorrere al godimento delle ferie o alla richiesta di un periodo di aspettativa non retribuita. Sarà discrezione del datore concedere tali permessi o diversamente, in caso estremo, procedere al licenziamento del dipendente.

Da ieri (9 Marzo 2020) è onere dei soggetti interessati (in questo caso colf e badanti) dimostrare la sussistenza delle situazioni eccezionali che li legittimano ad entrare, uscire e muoversi all’interno delle aree “a contenimento rafforzato”. La direttiva emanata dal Ministro precisa che, al fine di assolvere a tale onere, i soggetti potranno presentare o compilare al momento dei controlli, un’autodichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445.